Nato di recente negli Stati Uniti e diffusosi rapidamente anche in Europa, quello della “Great Resignation” è un fenomeno nato dal bisogno di autorealizzazione e di una maggiore libertà di milioni di lavoratori dipendenti, che, in seguito al periodo di difficile crisi economica degli ultimi anni, hanno sentito sempre più l’esigenza di rivedere le loro priorità e di opporsi ai modelli organizzativi poco flessibili adottati dalle aziende.
Le “Grandi Dimissioni” descrivono uno scenario preoccupante che coinvolge milioni di persone e tocca in particolare la generazione Z, ossia gli under 30, e gli occupati in settori ad alto rischio di stress, intenzionati a dare una svolta definitiva alla carriera lavorativa. Ma a che cosa è dovuto questo fenomeno e come si può fronteggiare? Prima di conoscere nel dettaglio le cause della Great Resignation, analizziamone l’andamento per capirne meglio la portata.

Great Resignation: numeri e statistiche

Secondo i dati del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti nell’agosto dello scorso anno sono stati ben 4,6 milioni gli americani che hanno lasciato volontariamente il lavoro, mentre nel Regno Unito verso la fine dell’anno un numero sempre crescente di imprese ha lamentato la difficoltà di operare per carenza di personale.

Si tratta di un quadro che già era stato anticipato da uno studio di Microsoft, secondo cui sul finire dello scorso anno il 41% della forza lavoro globale stava valutando la possibilità di lasciare il lavoro, mentre in Germania più di un terzo delle aziende dichiarava di non avere lavoratori qualificati.

Uno studio di McKinsey riporta che il fenomeno della Great Resignation sia destinato a dilagare anche nel prossimo futuro: il 40% dei lavoratori a livello mondiale è intenzionato a cambiare lavoro entro 4-6 mesi e su quasi 6 mila persone in età lavorativa, provenienti da Australia, Canada, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti, ben il 36% si è licenziato prima di aver trovato una nuova occupazione. Ma quali sono le principali motivazioni che spingono sempre più persone a voltare pagina e ad abbandonare volontariamente il proprio lavoro?

4,6 milioni di americani hanno lasciato il lavoro lo scorso anno

Il 40% dei lavoratori a livello mondiale è intenzionato a cambiare lavoro

Le principali cause della Great Resignation

Dal burnout alla ricerca del benessere e della qualità della vita, le cause della Great Resignation si attribuiscono a diversi fattori, tutti accomunati dalla necessità di rivedere priorità e obiettivi professionali in funzione del work - life balance, ossia di un migliore equilibrio tra vita privata e professionale. Non si tratta dunque più soltanto di trovare un lavoro meglio retribuito ma di riuscire a gestire in modo ottimale il proprio tempo e sviluppare autonomia sul lavoro.

Secondo uno studio condotto dall’IBM (Institute for Business Value), per 14mila lavoratori di tutto il mondo le principali motivazioni della Great Resignation sarebbero la ricerca di lavoro più flessibile (32%) e di incarichi più soddisfacenti (27%), con maggiore attenzione all’equilibrio tra vita professionale e privata (51%) e alle possibilità di avanzamento di carriera (43%).Un dato interessante riguarda i più giovani, artefici di una nuova tendenza, la cosiddetta Yolo Economy (You Only Live Once ossia “si vive solo una volta”) che sta spingendo i millennials ad abbandonare il posto fisso per avviare nuove attività in cui esprimersi e vedere riconosciuto il proprio valore. Certamente, una delle soluzioni più contemplate ed in linea con i nuovi bisogni è quella di mettersi in proprio: il franchising rappresenta in questo contesto una valida opportunità di reimpiego per chi cerca l'indipendenza dell'auto-imprenditorialità.

Il franchising tra le opportunità di reimpiego

Il tema sempre più centrale della sostenibilità e della ricerca di un equilibrio ideale tra lavoro e vita privata spinge le nuove generazioni verso lo sviluppo di un’attività in proprio e di nuove imprenditorialità, soprattutto dopo l’uscita dal mondo del lavoro come dipendenti. Una concreta opportunità di reimpiego per coloro che ricercano una svolta di carriera è ben rappresentata oggi dal franchising, che risponde alle esigenze di chi ha il desiderio di creare una piccola impresa senza dover avviare un’attività da zero.

Il trend è confermato anche dai dati riportati dall’International Franchise Association, secondo cui nel corso di quest'anno saranno ben oltre 792.000 i nuovi esercizi commerciali previsti sul territorio statunitense, con una crescita del +2,2% rispetto allo scorso anno.

Diventare capi di sé stessi rappresenta una prospettiva sempre più allettante per chi abbandona il lavoro in cerca di maggiore indipendenza e di una nuova carriera. In questo contesto, il franchising MBE può rappresentare una valida risposta a chi vuole dare una svolta alla propria vita. 1.800 Centri Servizi in +40 paesi nel mondo: un format imprenditoriale collaudato che, unitamente al grande supporto riservato agli affiliati, si conferma come una concreta opportunità per le innumerevoli persone che vogliono investire sulla propria autonomia. Una Rete affermata a livello internazionale capace di proiettare in un settore dinamico e dal grande potenziale come quello della logistica, delle spedizioni e dell’e-commerce.

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